La nostra associazione ha condiviso quest’anno con l’istituto comprensivo Caio Giulio Cesare di Mestre il progetto “benessere” e tra le altre iniziative ha realizzato “l’officina delle biciclette”, un’attività didattica che ha coinvolto alcuni ragazzi delle medie guidati dall’abile maestro “meccanico” Mario Zampierin, un corsista del Saba. Un’esperienza originale nel suo genere e forse unica nel territorio, e non solo veneziano. Preziosa per gli alunni ma anche per il maestro, come si evince dall’articolo che il medesimo ha scritto e che qui pubblichiamo. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

di Mario Zampierin

 

L’officina delle biciclette
ovvero: solidarietà tra generazioni

 

Nascita dell’officina meccanica sperimentale all’istituto comprensivo Caio Giulio Cesare di Mestre

Mi è stata data l’opportunità dal prof. Stoppani, presidente dell’associazione culturale Nicola Saba, di trasmettere le mie esperienze di ciclista-meccanico agli alunni della scuola media dell’istituto comprensivo Caio Giulio Cesare di Mestre.
Ho accettato di buon grado l’invito a condizione che durante gli incontri con gli alunni, non più di due alla volta, fosse presente l’insegnante di sostegno.
Ho accettato l’invito anche perché mi è venuto in mente che il parlamento europeo ha dichiarato il 2011 l’anno dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra le generazioni. Quale migliore occasione di questa per favorire un invecchiamento attivo e dimostrare la solidarietà e la cooperazione tra le generazioni e, allo stesso tempo, per mettermi in gioco, passando le mie esperienze di meccanico ai giovani alunni? per dimostrare che anche gli anziani sono una risorsa capace di partecipare attivamente alla vita sociale e culturale anche dopo l’uscita dalla vita produttiva? Difatti, questo tipo di insegnamento che trasmette un’operosità pratica, è una delle tante condizioni necessarie per un invecchiamento non sedentario, e allo stesso tempo un’opportunità per le giovani generazioni di acquisire quelle esperienze di lavoro manuale che, prima d’ora, la scuola media non poteva abbinare agli studi teorici.
Oggi nella scuola è possibile abbinare ai normali programmi ministeriali anche delle attività di tipo prevalentemente manuale. Così è nata l’idea, sostenuta dalla Preside dell’Istituto, in collaborazione con gli insegnanti Laura Padula ed Enrico Bonfà, di creare all’interno dell’Istituto una “officina meccanica di biciclette”, affinché gli alunni abbiano la possibilità di incominciare ad apprendere come si possono eseguire alcuni semplici lavori di manutenzione della bicicletta senza aver bisogno del meccanico, oggi così raro a trovarsi. Insomma un fai da te senz’altro utile agli alunni, anche perché ho notato, e non poteva essere altrimenti, che in effetti i ragazzi sono totalmente privi, in generale, di quell’approccio necessario a comprendere come si può risolvere un problema nel campo del lavoro manuale, rappresentato nello specifico dalla riparazione, per esempio, di una gomma, insomma, mancano di esperienza.
Ai ragazzi manca la risposta alla domanda, alla quale si arriva con l’esperienza. Pertanto, quello che stabilisce se una determinata questione – o lavoro – ha o non ha una soluzione è proprio l’esperienza, che significa osservazione, e con l’osservazione c’è il controllo di ciò che si sta facendo, la verifica di ogni passaggio effettuato. A questo serve l’officina: come le materie teoriche servono a creare l’esperienza per la risoluzione dei problemi concettuali, così il lavoro manuale produce i processi organizzativi per la soluzione dei problemi pratici.
E un po’ di nostalgia, collaborando attivamente a questa esperienza, è riaffiorata nella mia mente, nel senso che vedendo all’opera questi giovani alunni, la mente ha fatto in un istante, un balzo fulmineo nel passato, proiettandomi le immagini immagazzinate nella memoria di quando ero io a frequentare l’allora scuola di avviamento professionale, l’officina meccanica. Insomma rivivere, dopo molto tempo, quegli spensierati momenti della scuola e della mia giovinezza, se devo essere sincero, mi han fatto sentire una forte stretta al cuore.
Ma veniamo ai fatti.
Assieme all’insegnante Enrico Bonfà, abbiamo stilato un programma di lavori che permette agli alunni di prendere dimestichezza con le attività, secondo difficoltà crescenti.
Pertanto questo è l’elenco dei lavori di massima dell’officina:

Concludendo: che significa, in generale, cooperare tra generazioni? Significa unire esperienze, azioni, pratiche buone e indicazioni delle persone anziane al vissuto dei giovani, valorizzando i primi e gratificando i secondi in un nuovo percorso didattico. Un patto intergenerazionale, nel quale le conoscenze di una classe sociale – per il solo fatto di non essere più inserita in un ciclo produttivo – non vadano inutilmente abbandonate, ma consegnate alle nuove generazioni, affinché nulla del sapere pregresso vada bruciato inutilmente, come si bruciano i giornali del giorno precedente.
Infine, queste esperienze vanno consegnate nelle mani di coloro che hanno ancora tutta una vita davanti perché ne sappiano fare il miglior uso possibile.